domenica 17 febbraio 2013

CON GISELLE ATMOSFERE “TWILIGHT”



Con lo spettacolo Giselle il Balletto del Teatro Bol’soj, è di scena la danza classica, quella che attira maggiormente gli appassionati.
E i ballerini del Bol’soj suscitano sempre grande attesa per la loro particolarità nel presentarsi in scena:  dall’ultima ballerina/o di fila alla prima solista sono sempre tutti bellissimi con gambe affusolate e il balletto oltre che danzato, recitato con maestrìa.
Nelle scene di festa, fra il cicaleccio delle contadinelle, danzando sulle punte esse formano quadretti bucolici  che sanno mimare con grazia in sincrono alle espressioni del viso in atteggiamento di stupore, entusiasmo e sincera partecipazione alle vicessitudini di Giselle, la contadinella che ingenuamente casca nella rete del principe travestito da cacciatore per sedurla, la quale morira di dolore non appena scoperto l’inganno.
Un gesto estremo che servirà a trasformare la seduzione in vero amore, quello eterno perpetrato dopo la vita.
La storia, molto romantica e sentimentale, è di grande attualità perché assomiglia a quella riportata con successo sugli schermi cinematografici della serie vampiresca di Twilight ad esaltare quel fascino sottile e decadente dell’amore consumato sotto la luna fra location tombali dove vagano le anime. In questo contesto sono quelle delle Villi, che nella notte si riuniscono per danzare insieme al partner di turno per poi sfinirlo fino alla morte, vendicandosi dei torti subiti dagli uomini, i quali le hanno deluse abbandonandole prima delle nozze. L’anima di Giselle si unisce a loro, ma il suo amore  è talmente grande  ed autentico che salva la vita al principe disperato e piangente accorso al cimitero, dopo aver danzato con lui per l’ultima volta insieme. L’amore vero è un sentimento speciale, conosciuto da pochi eletti, che non può resistere nella vita normale perché la sua sete di assoluto risulta quasi sempre devastante per uno dei partner o per tutti e due insieme.
E’ quell’amore cantato dai poeti, da Shakespeare in particolare con le parole di Giulietta e Romeo dove la pietra tombale cade su entrambi facendoli unire per l’eternità, restando vivi nell’immaginario collettivo.
Con Giselle invece, uno dei due rimane di carne, mentre l’altro è puro spirito comunicando con la forza del pensiero che risponde con l’intensità della loro anima. Il corpo dovrebbe essere solo un optional ma Giselle non lo accetta perché da contadina sa quanto sia importante  la carnalità, quella che serve a perpetrare la specie e far rifiorire la vita. Per questo rinuncia ad attirare il suo amato fra le tenebre. Un gesto generoso dettato dal suo amore, talmente puro da essere infuso di misticismo che nulla vede intorno a sé. Non vede in vita la doppiezza dell’innamorato e non vede da morta la furia devastatrice delle graziose Villi. Lei si muove con la forza del suo amore, che riflette su di lui fino a che i riflessi, diventati lunari, si sono dissolti con le luci dell’alba a segnare un destino ineluttabile: ognuno per la sua strada, in attesa di ricongiungersi per l’eternità. Come Giulietta con il suo Romeo. Ma questo è il balletto di Giselle con la sua originale storia.
Applausi ed ovazioni, con il tutto esaurito, per lo spettacolo.
 Una curiosità importante,da segnalare : fra il palco mi sono trovata in compagnia di alcune ragazze, due giornaliste di Cremona e Milano una delle quali ha stiduato danza classica: tutte insieme all’unanimità,  ci siamo trovate d’accordo sul fatto che la versione di Carla Fracci sia la migliore in assoluto, impareggiabile se confrontata a tutte le Giselle apparse sulla scena, Bol’soj compreso. Come sapeva interpretare lei la scena della follia e della morte, non si è vista mai eseguire da nessuna così perfettamente a tutto pathos. Grande Carla Fracci. Meriterebbe più considerazione da parte di Alemanno. Vergogna!

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