mercoledì 20 febbraio 2013

KEIRA KNIGHTLEY, SINFONIA D'AUTUNNO. E KEIRA DECADANCE


 KEIRA KNIGHTLEY, SINFONIA D'AUTUNNO.
Il regista  Massy Tadjedin fra queste ha  puntato su Keira quale interprete ideale per un’opera brillante  e sensuale, Last Night, sullo sfondo di una New York patinata e cerebrale del genere Manhattan dove le coppie, incrociando il tiro a colpi trasversali, scoppiano e si ricompongono fra tradimenti e ritorni di fiamma consumati in una notte.
Il film ha aperto la mostra del Cinema a Roma avvalendosi di interpreti come Eva Mendes, ormai specializzata nel ruolo di rubamariti, che parte in missione di lavoro con il compagno di Keira (l’attore che si è rivelato con Avatar Sam Worthington)  la quale incontra per fortuna un suo vecchio compagno di scuola (Guillame Canet nella foto) con il quale si chiude in una stanza di albergo per una rimpatriata
sentimentale.



Keira Knightley è un’attrice di serie androgina, genere teen agers inglese tutta occhioni e pelle e ossa che si macerano in cervellotiche storie sentimentali trasgressive perché dipanate quasi sempre in triangoli o rapporti complicati da una sensibilità profonda che le rende vittime predestinate di rapporti sado-maso. Vissuti con sofferenza e pathos  distinguendosi nettamente dalle teen agers americane, bianche o nere,  che si esibiscono con disinvoltura in ogni tipo di esperienza sempre con i genitali in bellavista. Un trionfo della silycon valley che le tipologie in linea androgina di Keira non si possono permettere.
Da quì l’introspezione, l’espiazione, la sofferenza a distinguere sempre il taglio dolente della loro interpretazione. Un”taglio” raffinato e fantascientifico che il regista Mark Romanek ha impresso al nuovo film, presentato in apertura del festival di Londra ai primi di ottobre, avvalendosi dell’interpretazione di Keira Kneithley e della sensibile Carey Mulligan in triangolo con Andrew Garfiel. La storia è intrigante perchè tratta una tematica insolita, quella dei cloni, ovvero i replicanti di antica memoria del film cult di Ridley Scott Blade Runner di cui è rimasta memorabile la citazione dell’interprete  Rughter Hauer: “Ho visto cose che voi umani non potete immaginare….” Purtroppo anche per lui, l’inimmaginabile non lo aveva ancora visto…




Il film Never Let Me Go’ narra infatti la storia di tre ragazzi in un college sempre molto uniti ed affiatati i quali crescendo  si trovano in conflitto tra di loro per questioni amorose perché le due ragazze si innamorano del loro compagno di una vita. Un dramma adolescenziale in apparenza come tanti che prende una piega tragica dopo la scoperta dei ragazzi di essere il frutto di un esperimento di laboratorio che li ha creati cloni, destinati a breve vita per poter donare i propri organi (una sorta di gregge di serie pecora Dolly).
Un esperimento allucinante che viene capeggiato da Charlotte Rampling l’attrice che di questi esperimenti horror fu l’emblema con Portiere di Notte  (non sempre le vittime sono innocenti, a volte si fanno complici).
Il film mette il dito sulla piaga dell’inseminazione artificiale e degli esperimenti in vitro al cui ideatore Robert Edward è stato assegnato il premio Nobel per la medicina. Se la prima creatura nata in vitro ha ringraziato il suo papà, il film fa riflettere sulle terribili conseguenze che possono derivare dalle manipolazioni genetiche non risolvendo il quesito se la scienza possa aver sempre campo libero nella ricerca, senza condizionamenti o limiti.
La Chiesa ha dato un freno ma il Premio Nobel ha spinto l’acceleratore verso la fine di quel che rimane del nostro cosiddetto mondo.
Ai posteri l’ardua sentenza. Se ci saranno posteri…




KEIRA DECADANCE
Keira Knightley è un’attrice difficile quanto lo è scrivere il suo nome, che comunque suona in maniera armoniosa in perfetta pronuncia British.
E lei è un’icona di stile perché qualunque personaggio interpreti, anche il più turpe ed invasato, non perde quell’aura di eleganza che l’ha contraddistinta fin dagli esordi quando, ragazzina, faceva gruppo con i compagni esibendosi provocatoriamente nuda per accarrezzarsi i  seni ancora molto acerbi.  Rimasti immutati nel tempo ad esaltare una forma filiforme e aristocratica ben lungi dal modello delle pettorute siliconate  starlette costruite in serie.



Con quel suo sguardo da cerbiatta, da esile figura ad evanescente creatura il passo è stato breve e tale da renderla quella più simile alla mitica Audrey Hepburn anche se solo a livello superficiale di un glamour rivisitato e corretto per i giorni nostri. Nella scelta dei ruoli invece Keira ha fatto un percorso più trasgressivo, non disdegnando di sottomettersi a pratiche  sado-maso come nel film A Dangeroux Method interpretato con inquietante partecipazione. Inquietante perché sembrava che ci fosse molto di sé tanto le appartenesse quel personaggio di lucida follia così magistralmente delineato.
Operazione riuscita in pieno anche con The Duchess, con Espiazione, con Orgoglio e Pregiudizio, con King Arthur, Non mi lasciare o London Boulevard. Questo per dire che nei personaggi ha messo veramente l’anima di un femminile di antica memoria che si esprime nella passività esaltandola nel ruolo di compagna sottomessa pur trionfando nello spazio ritagliato per sè tanto da arrivare ad oscurare i partner, così come nella serie dei Pirati con Orlando Bloom e Johnny Depp o in King Arthur con Clive Owen.
Insomma un’attrice completa che è cresciuta tantissimo nonostante il fisico rimasto acerbo. Una rarità. Sarebbe come dire una donna matura in un corpo di bimba. Ce n’è quanto basta per scatenare la fantasia morbosa di maschi con delle problematiche irrisolte a livello sessuale sia di forma che di sostanza i quali attirati da quello sguardo da cerbiatta sfogano tutte le loro repressioni avendola scambiata per una calda preda e vittima sacrificale.
Ma dietro la baby c’è la donna. Infatti Keira si è cimentata in un ruolo di grande spessore tratto dai classici russi di Tolstoj, accettando la sfida di confrontarsi con Greta Garbo, Vivien Leight e Sophie Marceau (ma non fa testo) al cinema e con Lea Massari in serial Tv, nell’interpretare Anna Karenina. Suo partner è Jude Law.
Ancora una volta Keira si veste nei panni di una donna d’altri tempi, di stampo romantico e decadente,  disposta a sacrificare la famiglia per inseguire il bellissimo amante che la rinnegherà quando la sua presenza diventerà scomoda per la carriera. Quel rifiuto lacerante di quel che credeva il suo campione mentre invece era solo un asino, porterà la Karenina a sopprimere la sua vita buttandosi sotto a un treno

Così dopo un percorso di espiazione, di torture fisiche, psicologiche e perfino clonate che lo star System le ha etichettato ecco che arriva il suicidio come atto estremo a porre fine al suo calvario del percorso di attrice.


Non ci resta che sperare che Keira metta anche lei due belle tettine siliconate allineandosi allo star system per uscire da quel suo aristo-masochismo, restando in attesa di sviluppi. Di queste nuove tettine. Per rinnovarsi in ruoli di fisicità sexy ad appagar finalmente la vista anche di quella fetta (esigua ormai) di maschi mammoni che con le tettone hanno creato il mito. Purtroppo sono questi a mantenere un gusto di sapore antico chiamato mamma.      

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