Il regista Massy Tadjedin fra queste ha puntato su Keira quale interprete ideale per un’opera brillante e sensuale, Last Night, sullo sfondo di una New York patinata e cerebrale del genere Manhattan dove le coppie, incrociando il tiro a colpi trasversali, scoppiano e si ricompongono fra tradimenti e ritorni di fiamma consumati in una notte.
Il film ha aperto la mostra del Cinema a Roma avvalendosi di interpreti come Eva Mendes, ormai specializzata nel ruolo di rubamariti, che parte in missione di lavoro con il compagno di Keira (l’attore che si è rivelato con Avatar Sam Worthington) la quale incontra per fortuna un suo vecchio compagno di scuola (Guillame Canet nella foto) con il quale si chiude in una stanza di albergo per una rimpatriata
sentimentale.
Da quì l’introspezione, l’espiazione, la sofferenza a distinguere sempre il taglio dolente della loro interpretazione. Un”taglio” raffinato e fantascientifico che il regista Mark Romanek ha impresso al nuovo film, presentato in apertura del festival di Londra ai primi di ottobre, avvalendosi dell’interpretazione di Keira Kneithley e della sensibile Carey Mulligan in triangolo con Andrew Garfiel. La storia è intrigante perchè tratta una tematica insolita, quella dei cloni, ovvero i replicanti di antica memoria del film cult di Ridley Scott Blade Runner di cui è rimasta memorabile la citazione dell’interprete Rughter Hauer: “Ho visto cose che voi umani non potete immaginare….” Purtroppo anche per lui, l’inimmaginabile non lo aveva ancora visto…
Un esperimento allucinante che viene capeggiato da Charlotte Rampling l’attrice che di questi esperimenti horror fu l’emblema con Portiere di Notte (non sempre le vittime sono innocenti, a volte si fanno complici).
Il film mette il dito sulla piaga dell’inseminazione artificiale e degli esperimenti in vitro al cui ideatore Robert Edward è stato assegnato il premio Nobel per la medicina. Se la prima creatura nata in vitro ha ringraziato il suo papà, il film fa riflettere sulle terribili conseguenze che possono derivare dalle manipolazioni genetiche non risolvendo il quesito se la scienza possa aver sempre campo libero nella ricerca, senza condizionamenti o limiti.
La Chiesa ha dato un freno ma il Premio Nobel ha spinto l’acceleratore verso la fine di quel che rimane del nostro cosiddetto mondo.
Ai posteri l’ardua sentenza. Se ci saranno posteri…
KEIRA DECADANCE
Keira Knightley è un’attrice difficile quanto lo è scrivere il suo nome, che comunque suona in maniera armoniosa in perfetta pronuncia British.
E lei è un’icona di stile perché qualunque personaggio interpreti, anche il più turpe ed invasato, non perde quell’aura di eleganza che l’ha contraddistinta fin dagli esordi quando, ragazzina, faceva gruppo con i compagni esibendosi provocatoriamente nuda per accarrezzarsi i seni ancora molto acerbi. Rimasti immutati nel tempo ad esaltare una forma filiforme e aristocratica ben lungi dal modello delle pettorute siliconate starlette costruite in serie.



Ma dietro la baby c’è la donna. Infatti Keira si è cimentata in un ruolo di grande spessore tratto dai classici russi di Tolstoj, accettando la sfida di confrontarsi con Greta Garbo, Vivien Leight e Sophie Marceau (ma non fa testo) al cinema e con Lea Massari in serial Tv, nell’interpretare Anna Karenina. Suo partner è Jude Law.
Ancora una volta Keira si veste nei panni di una donna d’altri tempi, di stampo romantico e decadente, disposta a sacrificare la famiglia per inseguire il bellissimo amante che la rinnegherà quando la sua presenza diventerà scomoda per la carriera. Quel rifiuto lacerante di quel che credeva il suo campione mentre invece era solo un asino, porterà la Karenina a sopprimere la sua vita buttandosi sotto a un treno
Così dopo un percorso di espiazione, di torture fisiche, psicologiche e perfino clonate che lo star System le ha etichettato ecco che arriva il suicidio come atto estremo a porre fine al suo calvario del percorso di attrice.
Non ci resta che sperare che Keira metta anche lei due belle tettine siliconate allineandosi allo star system per uscire da quel suo aristo-masochismo, restando in attesa di sviluppi. Di queste nuove tettine. Per rinnovarsi in ruoli di fisicità sexy ad appagar finalmente la vista anche di quella fetta (esigua ormai) di maschi mammoni che con le tettone hanno creato il mito. Purtroppo sono questi a mantenere un gusto di sapore antico chiamato mamma.
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