sabato 16 febbraio 2013

CHARLIZE THERON, ADOZIONI E MOLESTIE

LE ADOZIONI A DISTANZA 

Fra i tanti spot con i quali siamo bombardati, da quelli scintillanti a quelli di intimo servizio fra bruciori, pruriti e incontinenze varie, trova spazio anche la solidarietà, quella sorta di carità verso i bisognosi indicati soprattutto nei bambini di vari colori, da quello nero nero all’indiano da adottare a distanza.
La giusta distanza, come si fa con i gattini magari  preferendoli magari ai cagnolini perché non sporcano in casa? E’ ovvio che la mia domanda è solo una provocazione perchè non sono d’accordo con questo sistema di adottare un bambino in una comunità lasciando tutti gli altri ai santi in paradiso.
Perché i bambini o si aiutano tutti, nell’intera comunità oppure si trova il coraggio di adottarne uno portandoselo a casa.
Questo coraggio lo hanno dimostrato molte star lanciando la moda del nido multietico con il quale farsi immortalare giusto il tempo di un servizio fotografico per poi lasciar svolgere il compito di accudirli alle tate in servizio giorno e notte.
Star come Angelina Jolie e Madonna infatti mentre girano film o sfilano sul red carpet non hanno tempo di occuparsi anche dei bambini per cui anche loro sono tenuti rigorosamente nella giusta distanza.
Ecco è la giusta distanza che mi fa specie per cui guardando l’immagine di Charlize Theron  con il suo piccolo bambino di colore che ha adottato e cresciuto dopo essere tornata single, e verso il quale ha deciso di concentrare tutto il suo amore, viene spontaneo pensare che la Charlize sia più credibile in questo ruolo di madre adottiva perché non è necessario fare una squadra di calcio o un collegio.
Ma non è questo il punto perché resta pur sempre la nobiltà del gesto che invece non trovo in questa sorta di cataloghi pubblicitari con sfilata di bambini miserabili per indurre a scegliere quello che più commuove pagandolo un euro o due al mese. Perché questo è quello che valgono…Suvvia, per cambiare il mondo a volte basta uno spot più accattivante e centrato.
             
                                J'ADORE CHARLIZE THERON
La situazione di Pomigliano porta alla memoria le Molestie subite nei posti di lavoro.

Ricordo il film con Charlize Theron, North Country, un’attrice bellissima che si presta ad interpretare personaggi che penalizzano molto la sua bellezza.
Notevole se si pensa alla sfilata con quella falcata imperiosa dello spot J’Adore
o quella languida e sensuale dell’orologio Breil.
Ma imbruttirsi sembra l’unico modo consentito a una star bellissima per mettere in luce tutto il fuoco e il dolore che si porta dentro, dopo un trauma infantile in cui perse il padre per mano omicida di sua madre che lui maltrattava. Quel lato oscuro non traspare minimamente dalla sua bellezza radiosa e trasparente.
Lo sguardo azzurro manda bagliori felini ma è intriso di un languore quieto come quello di due laghi alpini.
Dopo Monster sembra sempre più orientata verso ruoli estremi come in questo in cui interpreta una donna rimasta sola con due bambini che va a lavorare in miniera dove subirà continue molestie da parte dei compagni.
Il clou delle sue interpretazioni sembrava averlo raggiunto con Monster dove si scatenava come prostituta killer con una serie di omicidi perpetrati ai danni dei suoi clienti finchè non l’abbiamo vista in The Road, l’ultimo film da lei girato insieme a Virgo Montersen.
Un film così straziante  non si era mai visto e la sua interpretazione passiva ed arrendevole di fronte alle avversità che non lasciavano un filo di speranza, è stata veramente shoccante per aver scelto il suicido lasciando il suo bambino a sbrigarsela col padre.
Ha un temperamento drammatico ma una sensualità molto controllata pur concedendosi senza riserve, perché ha interpretato ruoli anche molto trasgressivi di genere lesbo-trash con Cristina Ricci (Monster) e lesbo-chic con Penelope Cruz   (Gioco di donna).
E’ ghiaccio bollente il cui calore esplode nella bocca morbida, socchiusa e sensuale a racchiudere un sorriso che può trasformarsi in morso.
Sofisticata e selvaggia, ma anche donna e bambina.
Nel film North Country si affronta il tema delle molestie sessuali sul posto di lavoro, subite appunto da Charlize Theron che in un contesto di bassa manovalanza come quello della miniera viene descritto in maniera pesante e triviale. Ma queste pratiche sono diffuse anche negli ambienti più sofisticati, con gli uomini in doppio petto che non disdegnano battutacce e manate sul sedere.
Le donne in Italia spesso subiscono facendo buon viso a cattivo gioco prima di tutto per non perdere il posto e poi perché le denunce per molestie non sono prese in grande considerazione come in America dove basta un piccolo gesto di mancanza di rispetto per aver diritto a richieste di risarcimento milionarie capaci di spegnere qualsiasi desiderio di approccio anche amichevole.

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