domenica 3 febbraio 2013

SANTORO E LE INTERVISTE IMPOSSIBILI




http://www.youtube.com/watch?v=2-xCgsz69xc
"in risposta all'intervista della trasmissione Servizio Pubblico del 31 Gennaio 2013, montata tagliando le risposte in modo da renderle ridicole o incomprensibili, pubblico l'intervista integrale in modo che ognuno possa valutare l'obiettività dell'informazione." Così parlò il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
Non è la prima volta che le interviste delle inviate di Servizio Pubblico sono contestate 

SANTORO E  LE INTERVISTE IMPOSSIBILI
E’ recente la notizia che De Benedetti sia stato tassato o multato, ma è lo stesso, con una cifra esorbitante di 225 milioni di euro che lo impoverirebbe molto sicuramente. Mi ricordano le parole che lo stesso De Benedetti ebbe a dire in una intervista su Rai Due su come vedeva l’Italia uscire dalla crisi, e cioè che l’Italia ne sarebbe uscita ma molto impoverita.
Stava parlando per sè ovviamente perchè uno riflette sempre la sua situazione personale, per cui sarà difficile che punterà sulla 7 messa in vendita con De Benedetti indicato fra i probabili acquirenti.
De Benedetti vanta un credito dalla Fininvest pari a 554 milioni che è esattamente il doppio per cui riuscirà a cavarsela sicuramente anche se questo conferma  che stava parlando per sè e non dell'Italia.
I manager parlano sempre nel loro interesse. Non si capisce perchè li vadano a intervistare sulla situazione politica così come facevano con l'Avvocato (Ora con i rampolli hanno smesso) il quale faceva credere che il destino dell'Italia fosse legato alla Fiat.
Solo pochi giorni fa hanno messo in Cassa un sacco di impiegati e la notizia è passata in sordina. Tutti siamo indispensabili ma nessuno insostituibile.
Quello che conta è che in un momento di crisi sia molto importante pensare positivo per non perdere ogni speranza.
Un'altra intervista che ha colpito è quella a un mafioso fatta  nel programma di Santoro, Servizio Pubblico. Il padrino di turno ha escluso categoricamente che la mafia si accanisca sui bambini ma l'intervistatrice non è stata svelta ad inchiodarlo citando il piccolo Di Matteo per esempio,un bambinetto strangolato e sciolto nell'acido da Brusca.
Doveva essere più impertinente e incalzante, invece lei non faceva che fargli delle moine come se fosse un vecchietto da far cantare in qualche modo...
Non si capisce perchè Santoro si circondi di signorine-stagiste-bene:
 La Borromeo sembrava la “principessina-sul-pisello-operaio”, La Grambassi aveva volontà ma ha fatto più figura a Ballando..., questa nuova a nome Giulia è carina dolce e preparata ma sembra una studentessa di liceo che fa il compitino, per non parlare della Rula Jebreal opinionista leader del settore Palestinese (che han soprannominato gnocca senza testa. Poi lei si è presa la rivincita sposandosi culturalmente con un israeliano il regista Julian Schnabel di Il Fiore di Miral diventando pacifista israeliana confermandosi come gnocca) che andava sempre fuori tema non arrivando mai al nocciolo della questione..
Questa è una caratteristica degli arabi, i quali girano intorno alle cose prima di affrontare il discorso che interessa. Lawrence ha scritto pagine intere sulla psicologia degli Arabi ma non occorre leggerlo per capire che una trattativa la portano avanti per giorni e giorni, sorseggiando un tè o un caffè, senza necessariamente arrivare ad una conclusione. Perché non è tanto importante concludere quanto lo è la trattativa come momento di attesa e preparazione per approdare a un discorso, di pace per esempio,  inteso comunque come una sorta di miraggio, più che di miral.
Un giorno alcune donne, di quelle timorate col velo (le più tradizionaliste e custodi delle antiche usanze),  mi avevano offerto un caffè che io ho bevuto in due sorsi. Loro si sono messe a ridere come se avessi fatto chissà che cosa.
Allora mi sono fatta tradurre da chi mi accompagnava il quale mi aveva detto che l’usanza è quella di sorseggiare una bevanda piano piano fino ad arrivare alla fine della conversazione, che può durare anche ore e ore per poi tornare ciascuno  nella propria casa.
Per questo le Crociate non sono ancora finite. 

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