mercoledì 13 febbraio 2013

GOOD MORNING IRAQ


Durante e poco dopo la guerra del Vietnam, sono fioriti molto film sull’argomento da Apocalypse Now, al Cacciatore, da Full Metal Jacket a Good Morning Vietnam.  Quest’ultimo era interpretato da Robin Williams nella parte di un D.J presso una radio incaricato di svegliare tutte le mattine le truppe per tenerle su di morale con discorsi ironici e allegri e canzonette leggere.
Molto conosciuta era la colonna sonora di Full Metal… che accompagnava la piccola prostituta Vietnamita mentre col motorino andava verso i soldati americani per raccogliere soldi, scendendo dallo scooter con gli stivaletti e minigonna. “These Boots are made for Walking (questi stivali sono fatti per camminare) era stata lanciata da Nancy Sinatra che, dopo quell’apparizione nel film, ha smesso di cantare negli show.
Gli stivali hanno comunque continuato ad imperversare fra le donne di tutto il mondo. Una nota di costume questa, per alleggerire un tema angosciante come quello della guerra, trattato sempre, e giustamente, in toni drammatici.
Nonostante la batosta del Vietman, le guerre si sono susseguite tutte ugualmente ingiuste e cruente. Eppure ci sono guerre e guerre perchè se, quella di Serajevo ha lasciato pochi strascichi in senso di spettacolarità (a parte qualche concerto, uno dei quali sponsorizzati dal maestro Pavarotti), e quella della Striscia di Gaza gli echi sembrano molto lontani,
 le guerre del Golfo e dell’Afghanistan hanno rivisto il  rifiorire di tanti films su questo tema alla pari della guerra del Vietnam. Uno di questi è stato persino diretto da una donna, la regista Kathryn Bigelow  con un robusto The Hurt Locker con il quale ha vinto anche l’Oscar 2010. Il film racconta delle peripezie di alcuni soldati americani alle prese con il disinnesco delle mine.
Sulla scia di questo successo, molti altri film sono sbarcati nelle sale, a cominciare da Greene Zone con Matt Damon dove alcuni soldati americani sono in cerca in Iraq delle armi di distruzione di massa. Che non troveranno.
A seguire, The Messenger, che parla di un ufficiale dell’esercito il quale di ritorno dall’Iraq viene ingaggiato per portare le notizie dei caduti ai loro familiari. Ed infine Shadow di, udite udite, Federico Zampaglione il compagno di Claudia Gerini) il quale racconta di un reduce dall’Iraq che si sfoga scorazzando con la sua Bike per le campagne quando incontra dei personaggi che lo portano al Male facendogli perdere il senso della realtà con i fantasmi di guerra che lo perseguitano.
Fra le recenti produzioni invece non si può non menzionare La Valle di Elah
che abbiamo visto anche recentemente in Tv, dove un padre (Tommy Lee Jones) indaga, aiutato da un assistente (Charlize Theron) sulla morte del figlio in guerra, trucidato dai suoi compagni di camerata.
Infine un altro film The Brothers che ha per protagonista un’attrice che si è imposta sulla scena con ruoli altamente drammatici, iniziando fin da bambina nella parte difficile di orfanella che si accompagna ad un Killer (Leon) per imparare a uccidere e vendicarsi. Crescendo si è cimentata sempre in ruoli di spessore mettendo in risalto le sue doti drammatiche e istrioniche, come nel film L’altra faccia del Re, nella parte di Anna Bolena che Natalie Portman ha saputo interpretare dandole uno spessore di intensità paranormale  a livello stregonesco tanto da meritarsi un’iniziazione al sesso da parte del Re Enrico, esasperato dai continui rifiuti, con un rapporto anale.
Nel film The Brothers affronta anche lei il tema dei reduci della guerra in Afghanistan in cui, madre di due bambini,
si barcamena fra due fratelli, uno al fronte
 e l’altro tornato a casa dove si prende cura dei nipoti, credendo morto il fratello. Il quale ritornato invece vivo, viene preso dal morso della gelosia. Insomma i drammi e le storie di spessore sembra che siano diventate solo quelle di guerra e dei suoi reduci tanti sono i film che si sono appropriati dell’argomento: un po’per  esorcizzare la paura e un po’ per inculcare nei giovani il rifiuto di ogni guerra, ritenendole tutte ugualmente ingiuste.      

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